In Europa stanno cospirando contro la nostra prima industria

Contrariamente alla percezione pubblica, il PIL italiano non è costituito maggiormente dal settore secondario (le industrie, per intenderci) bensì dal terziario (turismo e servizi). Questa percezione è stata alimentata dalla giusta considerazione che l'ossatura della nostra economia sono le PMI. Tecnicamente siamo dunque un paese del primo mondo (di fatto in alcune regioni i servizi sono al livello del Nord Africa). Ignoriamo il settore primario perchè "i paesi sottosviluppati vivono di agricoltura"? No, è un settore che mai va in crisi.
Il Coronavirus ha portato alla temporanea sospensione dell'Accordo Di Schengen (libera circolazione di merci e persone all'interno dell'Unione Europea) ed alla chiusura degli aeroporti. Il risultato è che il settore più colpito dalla pandemia è il turismo. Le agenzie di viaggio e le locazioni turistiche forniscono un contributo rilevante alle casse dei Comuni ma al tempo stesso pullulano di evasione fiscale e lavoro nero. Ai Comuni, senza quelle entrate, non resta che chiedere allo Stato.
Piccole isole dipendono interamente dal turismo, si lavora solo in estate. Tutto il mondo è paese: al Sud non dimenticano la discriminazione nordista a suon di "tornate a casa vostra" e hanno voluto vendicarsi inveendo contro i turisti lombardi (è naturale la paura da contagio). Se volete portare in porto il karma, dovete essere disposti a subire le conseguenze ed avere tangibili alternative. Al di là di invettive personali, non lasciamo indietro Ischia come tutte le isolette.
Vi sembrerà strano ma ci sono città che di vivere di turismo non vogliono sentirr parlare (no, non sto parlando di Barcellona). Sto parlando di Venezia. Sì, la Venezia che fa pagare €1100 una frittura mista e 4 bistecche a 4 turisti giapponesi. Magari quella visione non è maggioritaria però pensateci: la vostra piazza di riferimento sempre piena, turisti maleducati che fanno chiasso ed i luoghi pubblici defecati (in tutti i sensi). No alla mercificazione turistica.
Per non perdere i turisti, una volta riaperti gli aeroporti, una buona idea può essere una grossa campagna pubblicitaria internazionale volta a dire: siamo accoglienti e siamo sicuri, vi aspettiamo. La Spagna ad esempio riaprirà al turismo internazionale a luglio, è logico pensare ad una guerra per anticipare i tempi ed accaparrarsi i turisti. I «corridoi salvaferie» sono un neologismo per incularci, in questo il ministro degli esteri Luigi Di Maio deve chiedere spiegazioni. Le previsioni sono disastrose: nel 2020 -71,2% di flusso e -€66miliardi di spesa sommando turismo interno ed esterno.
Se alle regioni verrà dato il potere di decidere chi può entrare e chi no, assisteremo ad un livello di federalismo che neanche negli Stati Uniti. Incentivare il turismo interno è il primo passo per ripartire, passare le vacanze nel proprio paese è un atto patriottico. Il «sistema paese» non può permettersi di disunirsi contro una cospirazione ai danni della nostra prima industria.

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