La mafia spagnola colpisce ancora

Il motorsport è molto intrigante e può tenerti ore incollato alla televisione (su quest'ultimo punto i 60enni avranno tanto da ridire). Quando lo si guarda, si pensa che è uno sport meritocratico dove team e piloti fanno la differenza e l'organizzatore ha un'influenza minima. Mi dispiace deludervi ma non è così. Alcuni manovratori dietro le quinte riescono a non dare troppo nell'occhio, altri sono così sfacciati dal vantarsi sottilmente a reti unificate.
Concentrandoci sulla MotoGP, non esiste ruberia più palese del 2015. Ma andiamo per gradi: nel 2012 fu cancellata la regola rookie, ossia i piloti che provenivano dalle categorie minori non potevano guidare le moto «ufficiali» il primo anno. Il caso (eccheccaso) volle che Marc Marquez era in procinto, terminata la stagione, di passare alla Honda HRC. Il resto è storia. Se dovessi elencare le azioni che dimostrano il suo complesso d'inferiorità nei confronti di Valentino Rossi, scriverei un libro. Nel 2015 quest'ultimo era in lotta per il mondiale quando in Malesia accadde l'infame gesto della pedana. Invece fu «Il Dottore» ad essere sanzionato e all'ultima gara partì ultimo, perdendo il mondiale. La Dorna ottenne incassi record e campione spagnolo. Mio non-caro Marquez: ecco perchè gli italiani (tranne i tifosi di Biaggi) ti fischiano al Mugello.
Non è stato più lo stesso il rapporto tra appassionati e Dorna. Finita la stagione 2016, la patente a punti che condannò Rossi fu abrogata. Eccheccaso due volte. Fu introdotta in successione l'elettronica unica e la piattaforma inerziale unica della Magneti Marelli, relegando Yamaha al tristissimo 7 vittorie su 56 del triennio 2017-2019. No scuse, c'è stata l'incompetenza del non sapersi adattare. Ma era necessario unificare? I costruttori non producono gomme ma il comparto elettronico sì, quindi è stato tolto un punto di meritocrazia. Immaginate la F1 con power unit unica.
Se Dorna ha potuto imporre a Yamaha il Bridgestone quando non c'era il monogomma, può imporre cambi di mescola arbitrari tra una stagione e l'altra o nel mezzo della stagione stessa. Ormai è tutto uno show, sono 40 minuti di noia e 2 minuti di gara vera. Nelle vecchie corse vinceva "il polso", in queste vince sopratutto la furbizia e la moto. Non voglio togliere meriti agli 8 titoli di Marquez ma è la verità. Non mi sorprende che gli ascolti siano calati e Sky ha pensato di non rinnovare i diritti. Rossi tira (non solo in Italia).
Per il 2020 è stata abolita la regola che vietava ai rookie di partecipare ai test shakedown. Favore ad Alex Marquez? Eccheccaso tre volte. Comunque, la pandemia ha scombussolato la stagione. Alcuni circuti hanno dato forfait, altri hanno rimandato nella speranza di poter recuperare. Verrà fuori un calendario a 12 gare di cui 7 in Spagna (avete letto bene: s e t t e), 2 Misano, 2 Austria e 1 Repubblica Ceca, da luglio a dicembre. Sarà un campionato di provincia. Le storiche critiche sulla presenza di troppi GP spagnoli non intaccano la convizione del CEO Carmelo Ezpeleta di poter fare il cazzo che gli pare.
Nel frattempo, Rossi sta trattando con il team satellite Petronas. Tranquillo Fabio Quartararo, non ti odiamo. È lecito pensare al futuro. Yamaha Factory lavora male e cambiare aria (per dire) potrebbe fargli bene. Anzi, visto che si è liberato un posto in Ferrari, piuttosto che prendere un gregario come Sainz, gallina vecchia fa buon brodo. Almeno chiuderebbe la carriera con stile.

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